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Rivista Tre Valli

La storia si sviluppa attorno a un tema molto delicato e complesso, ho voluto alleggerire la narrazione scegliendo luoghi famigliari. La scelta è ricaduta su Biasca perché qui sono nato e cresciuto. Immaginare i personaggi in posti dove io ho vissuto è stato d’aiuto nel rendere le vicende più autentiche e intime. Di Biasca serbo ricordi stupendi che ho cercato di trasmettere nel libro: la Scuola elementare Bosciorina, il Ginnasio, il vecchio campo di calcio al Boschetto. Il Vallone era la mia seconda casa, conosco la pista d’atletica come le mie tasche.

Alcune scene sono ambientate in una falegnameria situata accanto alla cascata di Santa Petronilla. Esisteva veramente: era la carpenteria di mio padre.

Lo dico in tutta sincerità: Biasca è un luogo unico, perfetto per un romanzo, perché ricco di contrasti e di persone autentiche. Ho provato un piacere profondo nel calarmi nelle descrizioni.

Anche gli altri luoghi che fanno da cornice al racconto appartengono alla mia biografia. A Berna ho vissuto vent’anni, a Bellinzona risiedo tuttora con mia moglie e i nostri due figli. E poi non poteva mancare una scena

ambientata al Centro Sportivo di Tenero.

 

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7 Ottobre 2016